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La pensione futura delle donne



Quando una donna va in pensione

La pensione futura delle donne è una tematica temo poco sentita in Italia ma che invece dovrebbe preoccupare non poco le generazioni odierne di lavoratrici, in quanto rischiano di avere amare sorprese in futuro. Perché? Perché di solito guadagnano meno, hanno contratti a singhiozzo, e spesso accumulano buchi contributivi dovuti a maternità o cura dei familiari e ciò significherà in futuro una "magra pensione".

Il dato di oggi è già di per se allarmante in quanto si calcola che in media le pensioni delle donne sono più basse del 36% rispetto a quelle degli uomini. Un gap che, con la riforma del sistema e il passaggio al contributivo, rischia di allargarsi ulteriormente.

È quindi doveroso cominciare a pensare alla creazione di una pensione integrativa alternativa al sistema pensionistico statale e quindi cominciare a pensare ai fondi pensione complementari, lo strumento sicuramente migliore per questo scopo.

Ma quali sono gli errori che si fanno più comunemente? Eccoli:

  1. Si rimanda il problema a data da destinarsi, senza pensare che invece il tempo è il miglior alleato delle donne. Infatti prima si inizia a versare meglio è, visto che le donne versano mediamente meno contributo degli uomini, dato che purtroppo molto spesso guadagnano di meno;

  2. Un altro errore è quello di delegare al marito tutta la gestione finanziaria della famiglia ed arrivare spesso solo ad una certa età, e cioè quando ormai è troppo tardi, a pensare ad uno strumento integrativo per la pensione. Non sempre gli uomini ne sanno di più in queste tematiche perciò è sempre meglio affidarsi ad un consulente esperto;

  3. Se il marito ha un fondo, è giusto sapere che è possibile avere la reversibilità. Ovviamente non tutti i fondi lo prevedono perciò bisogna informarsi in anticipo su questo aspetto.

L'obiezione comune comunque è che le famiglie hanno un budget sempre più limitato e non è facile riuscire a risparmiare abbastanza per poter accedere a tali mezzi. È vero, però non c'è via d'uscita, in alternativa dovremo accontentarci in futuro di quello che ci riserverà l'INPS, riforme future permettendo.

Va detto inoltre che la parità anagrafica fra uomo e donna, introdotta dalla riforma Fornero, ha annullato l’unico sistema compensativo riconosciuto alle donne italiane. In molti Paesi dell’Europa sono previste correzioni che riconoscono maternità e periodi di mancata contribuzione per la cura delle persone. L’auspicio è che anche l’Italia si muova e faccia qualcosa per le pensioni delle donne.

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